A quarant'anni da uno dei suoi primi lavori, il cosiddetto Edificio Urumea (progettato in collaborazione con J. Marquet, J. Unzurrunzaga e L. M. Zulaica), e a circa quindici dal ben più noto Palazzo dei Congressi e Auditorium Kursaal, divenuto col tempo un'icona di San Sebastián, Rafael Moneo torna a modellare la città basca con una nuova opera, la Chiesa di Iesu.
Dopo essersi confrontato con un tessuto urbano consolidato nel primo caso e aver dialogato con la natura nel secondo, questa volta l'architetto si è trovato ad operare in uno dei quartieri più recenti della città, quello di Riberas de Loiola, dove l'edificio religioso, unitamente all'adiacente Giardino della Memoria, viene a costituire un nuovo punto di riferimento.
Il complesso, che lo stesso Moneo definisce come “generoso negli spazi e molto modesto nei materiali”, è stato inaugurato il 14/05/2011; occupa una superficie complessiva di 9.000 mq e raggiunge un’altezza di 21 m nella navata centrale, anche se arriva a toccare i 28 m in corrispondenza della Cappella del Sacramento.
Ciò che contraddistingue l'opera sia esternamente che internamente è il bianco astratto e minimalista delle pareti, elemento che richiama il colore dominante dei fiori del vicino parco e soprattutto le importanti costruzioni razionaliste presenti a San Sebastián, come il Real Club Náutico (visitato da Le Corbusier nell'estate del 1930) e l'edificio “La Equitativa”; tale candore, rimasto intatto a un anno dal termine dei lavori, è stato ottenuto rivestendo il cemento armato delle strutture con una particolare malta dalle proprietà autopulenti e disinquinanti, già impiegata in altri progetti, come ad esempio la Chiesa Dives in Misericordia di Richard Meier a Roma.
Il complesso è formato sostanzialmente da tre elementi: dalla chiesa propriamente detta, collocata all'interno di un volume cubico e rivolta a oriente, da un corpo “a elle”, che ospita diversi locali tra cui il centro parrocchiale, e da un muro, che chiude il patio-giardino situato tra i due edifici suddetti e che funge da nartece, filtrando il passaggio dallo spazio aperto della strada a quello mistico del tempio.
La navata della chiesa possiede una pianta a croce latina, ricavata all'interno di un quadrilatero più grande; negli spazi che completano la figura trovano posto, alla sinistra, la sacrestia e il battistero, e, alla destra, la Cappella del Sacramento e quella della Riconciliazione; l'impianto cruciforme della tradizione viene attualizzato mediante un disegno asimmetrico, che dà modo di “riflettere le tensioni del mondo di oggi”, secondo quanto afferma lo stesso architetto, e di omaggiare lo scultore basco Eduardo Chillida e la sua Croce della Pace ospitata nella Cattedrale di San Sebastián.
Più in generale, l'elaborazione culturale e plastica di Chillida e del collega Jorge Oteiza, vero e proprio “humus” nel quale Moneo si è formato, si riflette nel sapiente uso del vuoto come elemento di composizione degli interni: la variazione di scala dei vari ambienti e il loro reciproco affacciarsi producono degli spazi “emozionali” e rendono la transizione da uno all'altro quasi un processo di “iniziazione”.
Un ruolo fondamentale è giocato dalla luce naturale che, entrando all'interno con modalità differenti, riesce a connotare ogni spazio in maniera peculiare; emerge in particolare l'illuminazione zenitale della navata principale, dovuta alle aperture poste in copertura che ne evidenziano l'impianto cruciforme e capace di evocare immediatamente il messaggio evangelico e di trasportare il fedele in una dimensione mistica.
Sotto il profilo dell'illuminazione è degna di nota pure la Cappella del Sacramento, dove si trova una grande vetrata disegnata dallo stesso Moneo e realizzata in alabastro e inserti in vetro rappresentanti una croce, un sole e due lune in fasi distinte.
Alla luce naturale si affianca quella artificiale delle lampade collocate poco sopra la testa dei fedeli, cosa che contrasta con l'altezza delle pareti e che sembra riportare lo slancio verticale quasi gotico della chiesa ad una dimensione più intima.
Completano gli interni estremamente essenziali un organo di Johanes Klais Bonn, una pala d'altare del pittore Javier Alkain e una statua raffigurante la Madonna col Bambino, opera dello scultore José Ramón Anda, collocata all'entrata dell'edificio.
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Dopo essersi confrontato con un tessuto urbano consolidato nel primo caso e aver dialogato con la natura nel secondo, questa volta l'architetto si è trovato ad operare in uno dei quartieri più recenti della città, quello di Riberas de Loiola, dove l'edificio religioso, unitamente all'adiacente Giardino della Memoria, viene a costituire un nuovo punto di riferimento.
Il complesso, che lo stesso Moneo definisce come “generoso negli spazi e molto modesto nei materiali”, è stato inaugurato il 14/05/2011; occupa una superficie complessiva di 9.000 mq e raggiunge un’altezza di 21 m nella navata centrale, anche se arriva a toccare i 28 m in corrispondenza della Cappella del Sacramento.
Ciò che contraddistingue l'opera sia esternamente che internamente è il bianco astratto e minimalista delle pareti, elemento che richiama il colore dominante dei fiori del vicino parco e soprattutto le importanti costruzioni razionaliste presenti a San Sebastián, come il Real Club Náutico (visitato da Le Corbusier nell'estate del 1930) e l'edificio “La Equitativa”; tale candore, rimasto intatto a un anno dal termine dei lavori, è stato ottenuto rivestendo il cemento armato delle strutture con una particolare malta dalle proprietà autopulenti e disinquinanti, già impiegata in altri progetti, come ad esempio la Chiesa Dives in Misericordia di Richard Meier a Roma.
Il complesso è formato sostanzialmente da tre elementi: dalla chiesa propriamente detta, collocata all'interno di un volume cubico e rivolta a oriente, da un corpo “a elle”, che ospita diversi locali tra cui il centro parrocchiale, e da un muro, che chiude il patio-giardino situato tra i due edifici suddetti e che funge da nartece, filtrando il passaggio dallo spazio aperto della strada a quello mistico del tempio.
La navata della chiesa possiede una pianta a croce latina, ricavata all'interno di un quadrilatero più grande; negli spazi che completano la figura trovano posto, alla sinistra, la sacrestia e il battistero, e, alla destra, la Cappella del Sacramento e quella della Riconciliazione; l'impianto cruciforme della tradizione viene attualizzato mediante un disegno asimmetrico, che dà modo di “riflettere le tensioni del mondo di oggi”, secondo quanto afferma lo stesso architetto, e di omaggiare lo scultore basco Eduardo Chillida e la sua Croce della Pace ospitata nella Cattedrale di San Sebastián.
Più in generale, l'elaborazione culturale e plastica di Chillida e del collega Jorge Oteiza, vero e proprio “humus” nel quale Moneo si è formato, si riflette nel sapiente uso del vuoto come elemento di composizione degli interni: la variazione di scala dei vari ambienti e il loro reciproco affacciarsi producono degli spazi “emozionali” e rendono la transizione da uno all'altro quasi un processo di “iniziazione”.
Un ruolo fondamentale è giocato dalla luce naturale che, entrando all'interno con modalità differenti, riesce a connotare ogni spazio in maniera peculiare; emerge in particolare l'illuminazione zenitale della navata principale, dovuta alle aperture poste in copertura che ne evidenziano l'impianto cruciforme e capace di evocare immediatamente il messaggio evangelico e di trasportare il fedele in una dimensione mistica.
Sotto il profilo dell'illuminazione è degna di nota pure la Cappella del Sacramento, dove si trova una grande vetrata disegnata dallo stesso Moneo e realizzata in alabastro e inserti in vetro rappresentanti una croce, un sole e due lune in fasi distinte.
Alla luce naturale si affianca quella artificiale delle lampade collocate poco sopra la testa dei fedeli, cosa che contrasta con l'altezza delle pareti e che sembra riportare lo slancio verticale quasi gotico della chiesa ad una dimensione più intima.
Completano gli interni estremamente essenziali un organo di Johanes Klais Bonn, una pala d'altare del pittore Javier Alkain e una statua raffigurante la Madonna col Bambino, opera dello scultore José Ramón Anda, collocata all'entrata dell'edificio.
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